L’esperienza di Chiara Boni, viaggiatrice italiana, per la prima volta ospite di quest’isola incantata.
C’era una volta un’isola bella e maledetta, dove il tempo scorreva lento, tra la natura incontaminata e i lamenti di chi la abitava.
Un microcosmo fatto di silenzi, di colori, che non son solo quelli del mare.
Il blu è stato per tanto tempo il colore delle sole sbarre, il bianco ha caratterizzato i muri e le lacrime versate.
Oggi sull’isola il colore che prevale è il verde della macchia mediterranea: è un Parco senza alberi, con i suoi asinelli bianchi, i suoi casermoni e le sue storie.
E se ci si aggira sovrappensiero tra le casette di Cala d’Oliva, è facile imbattersi nella frase incisa in una targhetta rossa e firmata da Paolo Borsellino, che riporta indietro nel tempo, tra le pagine più crudeli della storia italiana.
Chiara
E’ bello pensare che, in uno scenario da sogno come questo, attraverso la visita di quel che rimane del Supercarcere di Fornelli e delle vecchie mura, i visitatori possano pensare a tutto ciò che quest’isola ha ospitato e a quel che invece ora è diventata o potrebbe diventare.
LE 3 EMOZIONI SPECIALI DA VIVERE SULL’ISOLA DELL’ASINARA
La visita sull’Isola dell’Asinara può scatenare emozioni e sensazioni uniche nel nostro inconscio. Ecco le sensazioni di Chiara Boni, viaggiatrice che ha condiviso con noi la sua esperienza.
L’IMMERSIONE IN UN CONTESTO INCONTAMINATO E SELVAGGIO
La prima cosa che mi ha colpito, dopo una giornata trascorsa in questa piccola grande isola nel nord ovest della Sardegna, è la presenza-assenza dell’uomo, diventato ospite in casa d’altri.
Qui siamo nel regno degli animali: ci muoviamo tra i celeberrimi asini bianchi, una popolazione enorme di cinghiali, capre, mufloni, cavalli e uccelli, che hanno fatto di questo luogo incontaminato la loro casa. Camminando qui nei tanti sentieri che la solcano, sembra quasi di essere noi “le bestie dello zoo”, alla presenza di testimoni non interessati a noi.
Siamo ospiti nella loro casa.
L’INGRESSO IN UN MAGICO MONDO IN MINIATURA
La seconda sensazione che ho provato è quella di un mondo in miniatura, un po’ come descrive Arthur Conan Doyle ne “Il Mondo Perduto”, quando i protagonisti scoprono un luogo che si è preservato dall’avanzare della storia e dell’evoluzione.
Il traghetto che ti accompagna sulle coste dell’Isola Asinara è simile a un passaggio che ti porta su un vero paradiso perduto.
Camminando sul suolo dell’Asinara si arriva quasi a sentire quella sensazione di “libertà costretta” nei confini dell’isola, un qualcosa che forse in modo diverso provavano i detenuti della colonia penale, che qua sono rimasti sino al 1997. Ho sentito racconti di persone che visitandola allora hanno avuto la sensazione che i carcerati fossero delle comparse di un film muto.
Qui hai la possibilità, specialmente tra l’autunno e la primavera, di compiere delle passeggiate che ti faranno dimenticare la routine della vita e vivere quelle sensazioni che si provano nello stare da soli nella natura, fino quasi a sentirsi parte dell’ambiente; sai quando ti fermi, fai un respiro profondo e magicamente inizi a respirare davvero.
IL MAL D’ASINARA: LA SAUDADE DELL’ISOLA
Se rientrando a casa avrai una sorta di mal essere, come se ti mancasse qualcosa, come se ora fossi nel posto sbagliato, sei il benvenuto nel club dei malati di Asinara: sei stato colpito anche tu dal “Mal d’Asinara” e l’unica cura al momento disponibile è quella di tornare sull’isola quanto prima.
Ma io spero non diventi troppo “mainstream” altrimenti dovremo trovare un nuovo eden.
E tu, sei già stato all’Asinara? Che emozioni hai provato?
Raccontacele scrivendo a info@sardiniaevasion.com
Il modo migliore per provare queste immersioni è visitare l’Asinara in prima persona. Nel frattempo, puoi vedere il video immersivo dell’ex Colonia Penale e preparare il tuo viaggio contattando gli operatori locali, pronti a organizzare la tua visita sull’isola.